CE L’ABBIAMO MESSA TUTTA E NON È BASTATO


Ce l’abbiamo messa tutta e non è bastato. 

Abbiamo fatto allenamento nei parchi, sulle spiagge, nei giardinetti di cemento. Ci siamo cambiati in auto, sugli spalti, a bordo campo. 

Abbiamo installato distributori di gel per le mani, stampato autocertificazioni, disinfettato decine di palloni, misurato centinaia di temperature. Sviscerato un Dpcm dopo l’altro, nel tentativo di rispettare salute e protocolli. 

Abbiamo riversato fiumi di parole nei gruppi di WhatsApp. Abbiamo supplicato per aver accesso alla più vetusta delle palestrine polverose. Qualsiasi cosa pur di poterci muovere, poter respirare un po’ di pallavolo. 

Oggi il COVID, il vero avversario, è tornato e noi chiudiamo di nuovo i battenti. Lo ha anticipato il ministro Spadafora e lo ha confermato la Fipav: per questo assurdo 2020 niente partite di alcun genere, tranne la serie A. E per gran parte di noi, chi vive nelle zone più colpite, nemmeno allenamenti.

Insieme al volley, rimane a casa tutto il mondo dilettantistico che opera su base provinciale o regionale. 

Fa molto male. Ma purtroppo lo sport insegna anche questo: mettercela tutta, ma proprio tutta, e perdere lo stesso. 

Per poi trovare la forza di rialzarsi e riprovarci ancora. Anche senza sapere né dove, né quando.